Nalu, poltroncina modulare e componibile, è il frutto della collaborazione tra la progettista Stefania Galante e Sprech.

Già dal suo nome, onda in Hawaiano, rivela il suo rapporto con l’acqua. È stata pensata, infatti, per l’arredo outdoor, come complemento di arredo per bordi piscine o riva mare.  

L’essenzialità della forma dell’arredo outdoor è realizzato attraverso un incastro perfetto di solidi, che rimanda alla Casa dei sorveglianti del fiume Loue di Claude Nicolas Ledoux, architettura fantastica che, attraversata dal corso d’acqua, integra paesaggio e ingegneria. Un manifesto di stereotomia che fonde le masse solide geometriche e il dinamismo dell’acqua, mostrando come attraverso il rigore si possa approdare all’invenzione.

In Nalu l’intersezione di solidi è pretesto per creare rapporti di pieni e vuoti attraverso cui osservare l’orizzonte, proprio come l’onda, quando si ripiega su stessa formando un cannocchiale prima di infrangersi sulla battigia.

Uno sguardo all’orizzonte che, per il territorio in cui Nalu viene realizzata, significa guardare l’altro diverso da sé, sapendo che il proprio punto di vista non è mai l’unico e che qualcuno dall’altra sponda del mare ci sta osservando nello stesso identico modo in cui lo facciamo noi. Nella piana di Martano dove ha sede la Sprech e le sue officine di produzione, nelle giornate di bonaccia, si possono scorgere, infatti, le montagne dell’Albania.

Un orizzonte che vuol dire assenza di confini e continuità, attraverso l’oro blu che non è limite ma ponte. 

L’elaborazione delle forme dell’arredo outdoor Nalu non ha solo un valore simbolico ma è strumento per stimolare un’interazione con chi la usa, lasciandogli immaginare nuove inusuali funzioni, dalla custodia di oggetti alla dimora per animali domestici.

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